Le date della chiesa (1453-1467) possono estendersi anche al monastero, tuttavia sappiamo che ancora nel 1488 vengono acquistati 87.000 mattoni e 150.000 tegole (Maiocchi).
Il chiostro, uno dei più grandi della città, presenta un pianta quasi quadrata ed è circondato sui quattro lati da un portico costituito da colonne brevi a sezione ottagonale poggianti su un muretto.
Ai capitelli lepidei quattrocenteschi 'a gancio' si contrappongono i relativi controcapitelli (purtroppo dipinti di marrone dai militari) in cotto. I peducci sono databili al 1467 e provengono dalle vicine formaci di San Lanfranco.
Si conservano nei sottarchi i cassettoni in otto con rosette a rilievo e non è da escludere che la decorazione in cotto risvoltasse anche sulla ghiera degli archi come in numerosi esempi locali coevi (es. chiostro di Teodote). Sotto le varie mani di imbiancatura sopravvive in parte la decorazione dipinta sulle pareti.
Il finestrato, costituito in origine d aperture più piccole ad arco ribassato, è stato modificato forse nel corso dell'intervento settecentesco.
Il monastero presenta una serie di ampi locali affacciati sul portico del piano terra, e al piano superiore una sequenza di celle quattrocentesche con soffitti a volta (talvolta a ombrello), retti da peducci in cotto. Le gallerie di disimpegno sono illuminate alle estremità da ampi finestre settecentesche e al centro d piccole cupole, mascherate esternamente da torrette con finestre mistilinee (ora tamponate) documentate anche dal disegno di Veneroni inciso da Giovanni Ramis nel 1774.
La manica occidentale che ospita il refettorio è quattrocentesca, mentre il corpo settentrionale che si sviluppa in fregio alla strada, all'esterno poco significativo, ma assai interessante per la suddivisione interna in navate, ingloba probabilmente parti o reimpiega materiali del complesso medioevale.
Da: "Collana: Le chiese di Pavia", a cura di Luisa Erba.
Realizzazione editoriale: Ufficio Beni Culturali Ecclesiastici della Diocesi di Pavia
Testi: Luisa Erba
Collaborazione grafico-editoriale: Franco Boggeri
Fotografie di Giovanni Baldi. Archivio della parrocchia (3,12, 17), Don Piero Cinquini (1, 10, 29), Fiorenzo Cantalupi (6, 22)
Stampa: Tipografia Commerciale Pavese
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