Il significato religioso e le iniziative parrocchiali

Il significato religioso e le iniziative parrocchiali

Da circa 1400 anni, a poca distanza dalle antiche mura di Pavia e quasi sulle rive del Ticino, sorge un tempio che Ariperto I, re dei Longobardi, ha voluto costruire dopo la conversione dall'arianesimo al cattolicesimo. Egli volle dedicare a Gesù Salvatore, "Dio come il Padre e lo Spirito Santo", questo edificio che risulta essere, in Pavia, una tra le prime affermazioni della divinità di Cristo negata dagli ariani e il solenne atto di fede cattolica da parte del sovrano.

Da secoli schiere di credenti continuano a elevare al Salvatore la propria lode e a trovare qui, nel silenzio, nella preghiera e nel lavoro, serenità e pace e un forte richiamo ai valori dello spirito.

Chi vi entra rimane ammirato e attratto dalla moltitudine di monaci e santi che invitano a soffermarsi in silenzio e raccoglimento: sulle pareti dell'abside, nel tiburio, ovunque, viene narrata la storia della salvezza. Questa storia preannunciata dai profeti raffigurati nell'abside (Ezechiele, Isaia, Davide, Geremia e Esdra) viene realizzata da Gesù attraverso le varie fasi della sua vita terrena, dalla nascita (terza cappella a sinistra) sino alla Passione e morte (seconda cappella a destra), viene portata avanti nei diversi momenti della storia della Chiesa dagli Apostoli, dai martiri, dai Padri e dottori dei primi secoli (raffigurati nel catino absidale), dalle grandi figure di maestri dello spirito quali S. Antonio, S. Benedetto, S. Martino, S. Mauro, S. Maiolo. Sopra il coro, al centro dell'abside, è collocata una tela raffigurante Cristo che sale al cielo; gli Apostoli e Maria con gli sguardi rivolti in alto sembrano volerci invitare a guardare la meta dove Gesù trionfante è salito per prepararci un posto, dove anche noi potremo, un giorno, partecipare alla gloria di Dio.

 

Particolare del fregio dipinto e tondo con Santa Caterina d'Alessandria

 

La teoria di santi sembra venirci incontro per favorire il contatto con Gesù, unico Salvatore, e per stimolarci a scoprirne la presenza anche attraverso il servizio all'uomo ammalato, bisognoso d'aiuto, spezzando il pane della nostra vita come ha fatto Lui, che per noi ha dato tutto se stesso "sino alla morte e alla morte in croce".
La Comunità parrocchiale ha voluto continuare anche nel nostro tempo l'attenzione e il servizio ai poveri che sono stati per secoli una delle caratteristiche dell'Ordine benedettino.
All'inizio degli anni Settanta del Novecento il parroco Giuseppe Borgna ha aperto in Via Folla di Sopra il Centro Giovanile come luogo di formazione umana e cristiana della gioventù della Parrocchia. Questa struttura prosegue oggi, attraverso l'opera di sacerdoti e di laici preparati, il suo servizio a favore di molti ragazzi e giovani che vengono educati a vivere insieme e ad approfondire la loro fede.

Nel 1971, dal cuore di don Enzo Boschetti allora coadiutore, è nata la Comunità Casa del Giovane come risposta al disagio di tanta gioventù vittima della droga o bisognosa di attenzione e di amore. Quest'opera ormai conosciuta da tutti, fecondata dal sacrificio di don Enzo e dei suoi collaboratori, allarga il suo benefico raggio di azione ben oltre  i confini della città e della diocesi.
Nel giorno dell'Epifania del 1986 per iniziativa del parroco don Giuseppe Ubicini, è stata aperta, accanto al locale del Centro Giovanile, la Mensa del Fratello, come luogo di accoglienza nel quale ogni sera vengono ospitati e nutriti coloro che, bisognosi di aiuto, provengono da ogni parte d'Italia e del mondo. All'inizio si è trattato di una ventina di persone, oggi sono in media una settantina. Da quindici anni si ripete questo gesto di amore verso coloro che, per noi credenti, sono il segno della presenza di Cristo. L'iniziativa diventa sempre più uno strumento di educazione alla carità per tutti i parrocchiani.

Il 26 novembre 1997 è stata inaugurata con la nuova chiesetta del Sacro Cuore, una struttura denominata Opera per la terza età, carne espressione di servizio della Comunità parrocchiale nei confronti di tanti fratelli che, liberi dall'impegno del lavoro, possono ancora vivere con intensità la loro vita a servizio degli altri. Il lavoro, iniziato da pochi anni, comincia a dare i suoi frutti. Accanto ai momenti di catechesi stanno nascendo altre iniziative di tipo culturale e ricreativo. Il piccolo gruppo che ha dato vita a queste attività va allargandosi e contribuisce a creare comunione in seno alla parrocchia.

(Giuseppe Torchio)

 

 

da: "Collana: Le chiese di Pavia", a cura di Luisa Erba.
Realizzazione editoriale: Ufficio Beni Culturali Ecclesiastici della Diocesi di Pavia
Testi: Luisa Erba
Collaborazione grafico-editoriale: Franco Boggeri
Fotografie di Giovanni Baldi.
Archivio della parrocchia (3,12, 17), Don Piero Cinquini (1, 10, 29), Fiorenzo Cantalupi (6, 22)
Stampa: Tipografia Commerciale Pavese
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