I monaci di San Benedetto a Pavia e le radici dell’Europa

I monaci di San Benedetto a Pavia e le radici benedettine dell’Europa

Furono proprio i monaci benedettini i veri fondatori di ciò che noi chiamiamo Europa

 

 

La presenza benedettina in Pavia è senza dubbio una delle componenti più significative del patrimonio religioso, artistico e in senso più ampio culturale della storia della città.

Tale presenza diventa particolarmente di rilievo a partire dalla dominazione dei Longobardi per volontà di alcuni loro re e di qualche loro regina che fondarono una serie di monasteri, maschili e femminili, in città e in area extra urbana, per sancire il passaggio dalla religione ariana al cattolicesimo.

All’età longobarda risalgono il monastero benedettino di San Pietro in Ciel d’Oro e quello femminile di Santa Maria Teodote. A un’epoca successiva, precisamente al sec. X, si fa risalire quello di San Salvatore, anche se, di nuovo, in continuità con un oratorio longobardo; quello di cui parla Paolo Diacono nelle sua Historia Langobardorum, collocato non lontano dal Ticino, esterno alle mura e in posizione elevata.

Essendo Pavia capitale di regno, la situazione pavese di questi enti monastici era del tutto originale: essi furono fondati da re e da regine e dotati di ingenti beni ma sottratti alla giurisdizione vescovile con una evidente forte limitazione del potere del vescovo locale.

All’interno dei monasteri si seguiva la Regola di San Benedetto: un paradigma culturale di grande efficacia e immensa valenza, il ben noto “ora et labora” che andava ben oltre la dimensione religiosa, divenendo una guida metodologica che aiutava a mettere ordine nella vita delle singole persone e delle comunità.

Con la Regola benedettina si afferma una rivoluzionaria cultura del lavoro e si esprime un monachesimo capace di fornire un contributo al reale progresso alla civiltà.

Allargando il discorso oltre i confini pavesi e italiani, la storia racconta con certezza come il monachesimo benedettino pragmatico e mistico abbia consentito di ricostruire il tessuto sociale economico culturale e spirituale dell’intero continente europeo che andava costruendosi proprio nei secoli del medioevo.

Possiamo affermare che furono proprio i monaci benedettini i veri fondatori di ciò che noi chiamiamo Europa; sono loro ad aver fatto arretrare foreste e boschi, ad aver regolato le acque, ad aver scacciato orsi e lupi, ad aver costruito il paesaggio di un intero continente che appare quasi ritagliato sui confini tracciati dalla mappa dei loro insediamenti.

Papa Paolo VI nel 1964 decretò San Benedetto “patronus totius Europae” facendo tornare alla luce come fondamentali nella storia d’Europa proprio alcuni aspetti della civiltà monastica.

Noi oggi con il nostro impegno nel restauro dell’antico complesso conventuale benedettino del S. Salvatore e col progetto di far rivivere una comunità laboriosa e armonica fra le sue mura intendiamo proprio celebrare queste profondissime e saldissime radici.