Ogni domenica di Avvento alle ore 16:30 nella cappellina dell’oratorio
Adorazione eucaristica e vespri per meditare “La lavanda dei piedi di Gesù” nel dipinto di Sieger Köder
Il dipinto di Sieger Köder rappresenta l’episodio della lavanda dei piedi, tratto dal Vangelo di Giovanni.
Sul dipinto vediamo Gesù e Pietro che s’inchinano profondamente l’uno verso l’altro. Gesù è inginocchiato, quasi prostrato davanti a Pietro in un gesto assoluto, non si vede nemmeno il suo volto. In questo momento Gesù è soltanto servizio per quest’uomo davanti a lui. E così vediamo il suo volto rispecchiato nell’acqua, sui piedi di Pietro.
Un padrone ebreo non poteva farsi lavare i piedi da uno schiavo ebreo. Gesù fa un’opera profondamente umiliante per la cultura dell’epoca. Svuota se stesso, scende fino ai piedi dei suoi discepoli. Il testo ci dice che Gesù “depone” le sue vesti, segno di tutta la sua vita deposta per noi, e s’inchina ai piedi degli apostoli.
Nell’opera è raffigurato Pietro che si inchina verso Gesù. La sua mano sinistra parla di rifiuto: «Tu Signore vuoi lavare i piedi a me?»
La mano destra e il capo di Pietro, però, in contrasto con la sua mano sinistra, si appoggiano con tutto il loro peso sulla spalla di Gesù. Pietro non guarda al Maestro, non può vedere neppure il suo volto che appare nel catino.
Gesù risponde alla domanda esitante di Pietro: «Quello che faccio tu ora non lo capisci ma lo capirai dopo». È questa parola che si rispecchia nell’immagine. Adesso, in questa situazione, non conta il capire ma l’incontro, l’accettare un’esperienza. Il corpo di Pietro è un corpo che vive un incontro dalla testa ai piedi, una persona che scopre il suo bisogno di essere lavato, una persona che scopre allo stesso tempo la sua dignità. Sono bisognoso che il Maestro mi lavi i piedi, sono degno che lui mi lavi i piedi.
Certo che se non permetti a Dio di scendere nei tuoi inferi, non potrai sperimentare il cielo del suo volto e della sua misericordia. Rimarrai chiuso in un’idea retributiva di un Dio che ti dà perché gli dai, che ti ama perché fai. Questo non è il Dio di Gesù Cristo. Il Padre non ci ama perché siamo degni, ma ci rende degni perché ci ama. Se non accetti la sua umiltà non vedrai il vero volto di Dio.
Di conseguenza nel quadro non è il volto di Gesù che è al centro dell’immagine, ma il volto luminoso di Pietro sul quale si riflette il segno della dignità riacquistata. Dietro i personaggi, vediamo sul tavolo un calice con il vino e un piatto con il pane spezzato, elementi non relegati sullo sfondo, ma avvicinati all’evento che si vive al centro dell’immagine. La luce che emana il vestito di Gesù si riflette pure sull’angolo della tovaglia. C’è anche l’ombra delle due persone che abbraccia questi segni dell’Eucaristia, si tratta di un unico incontro.
È la stessa luce che illumina pane e vino, le mani e i piedi del discepolo e del Maestro. È la luce della fedeltà di Dio alla sua alleanza, la luce dell’abbandono di Gesù nelle mani del Padre, la luce della salvezza. Il pittore, Sieger Köder, utilizza spesso il blu come colore della trascendenza. Il tappeto blu contrasta con i colori marroni, i colori della terra, che predominano nell’immagine. Il tappeto blu indica che il cielo si trova ora sulla terra, lì dove si vive il dono di sé per l’altro.
L’immagine ci dice: se noi cristiani stiamo cercando il volto di Cristo, dobbiamo lasciarci condurre ai piedi degli altri, impegnarci in un servizio che riconosce la dignità, che accetta il bisogno dell’altro. Ma come vivere questo servizio senza offendere l’altro, se non lasciandoci lavare da una mano amica i propri piedi, riconoscendoci bisognosi? Là dove due corpi si intrecciano nel dare e nel ricevere si costruisce il corpo di Cristo, si inizia a capire che cos’è l’Eucaristia.