II Domenica di Avvento

Cari amici, La liturgia della seconda Domenica di Avvento si raccoglie intorno a due parole chiave che leggiamo in Paolo: discernimento e giustizia. Sono due componenti formidabili della nostra umanità consapevole:”E perciò prego che la vostra carità si arricchisca sempre più in conoscenza e in ogni genere di discernimento”, perché possiamo intuire il senso della nostra vita, scovare nella quotidiana fatica, il filo della speranza. Il profeta Baruc, con la sua visione di una Gerusalemme gioiosa che riaccoglie i figli esuli e dispersi e dolorosi ci comunica la speranza. Anche noi siamo in cammino fra montagne, baratri e strade tortuose. E’ la vita che ce le para dinnanzi e noi non sappiamo né appianare né colmare né raddrizzare se non ci lasciamo fare da Dio. Dice Agostino:” il Signore disse con il Profeta: Grida, ed io risposi: Che dovrò gridare? Ed ivi il Signore con il Profeta: Ogni uomo è come l'erba e tutta la sua gloria come un fiore del campo: secca l'erba e appassisce il fiore, ma la parola del Signore dura sempre… Ma ogni uomo è come l'erba e tutta la sua gloria come un fiore del campo: disprezziamo le cose presenti, poniamo la nostra speranza nelle realtà future…” E ancora “Di tra il fiore del campo dammi i ricchi e i privilegiati: siano proprio essi ad ascoltare: Dio resiste ai superbi, dà invece la grazia agli umili. Dammi i poveri senza speranza, consapevoli della loro miseria; non disperino, credano in Colui che è venuto per tutti” .Questa voce ci permette di non smarrire la speranza che è fiducia nel Dio che sa tramutare il pianto in gioia, colmare le valli e spianare la terra, che si è fatto uomo nella nostra storia. Don Franco Tassone