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Categoria: Archivio
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Creato Venerdì, 15 Febbraio 2013 01:00
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Ultima modifica il Domenica, 13 Luglio 2014 13:06
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Carissimi Parrocchiani, care famiglie, ragazzi e ragazze, giovani e anziani, con semplici parole vogliamo iniziare il cammino della Quaresima, citando le parole di Benedetto XVI al Seminario Romano (10/02/2013, nella festa della Madonna della fiducia) “Attorno a noi, c’è un falso ottimismo e un falso pessimismo. Un falso pessimismo che dice: il tempo del cristianesimo è finito. No: comincia di nuovo! Il falso ottimismo era quello dopo il Concilio, quando i conventi chiudevano, i seminari chiudevano, e dicevano: ma niente, va tutto bene… No! Non va tutto bene. Ci sono anche cadute gravi, pericolose, e dobbiamo riconoscere con sano realismo che così non va, non va dove si fanno cose sbagliate. Ma anche essere sicuri, allo stesso tempo, che se qua e là la Chiesa muore a causa dei peccati degli uomini, a causa della loro non credenza, nello stesso tempo, nasce di nuovo. Il futuro è realmente di Dio: questa è la grande certezza della nostra vita, il grande, vero ottimismo che sappiamo. La Chiesa è l’albero di Dio che vive in eterno e porta in sé l’eternità e la vera eredità: la vita eterna. E così, essendo cristiani, sappiamo che nostro è il futuro e l’albero della Chiesa non è un albero morente, ma l’albero che cresce sempre di nuovo. Quindi, abbiamo motivo di non lasciarci impressionare - come ha detto papa Giovanni - dai profeti di sventura che dicono: la Chiesa è un albero venuto dal grano di senape, cresciuto in due millenni, adesso ha il tempo dietro di sé, adesso è il tempo in cui muore. No. La Chiesa si rinnova sempre, rinasce sempre. Il futuro è nostro." Tanti sono gli impegni che ci siamo presi e che potremmo poi cogliere nella loro unità e verificare attraverso il foglio settimanale e gli avvisi affissi alle porte delle Chiese. Vogliamo in questo tempo di quaresima, ritornare con più slancio al Signore della vita sentendo che siamo chiamati ad una santità, che comincia con l’essenzialità della mensa e del digiuno, e continua nel limitare le parole che feriscono, le confidenze che non rispettano la vita di Grazia, la solidarietà che ci permette di aiutare chi è in difficoltà economica e morale. Affidiamo a Cristo datore di ogni bene il nostro cammino di fede personale, della nostra comunità cristiana, della Chiesa intera e preghiamo per il Santo Padre, perché lo Spirito di Dio lo illumini e lo sostenga in questo tempo di scelte e di decisioni.
Con affetto d. Franco e d. Emanuele