Se un fratello o una sorella sono nudi, se mancano del sostentamento quotidiano, e uno di voi dice loro “andate in pace, riscaldatevi, sfamatevi” senza dar loro quel che e necessario al loro corpo, a che servirebbe? Lo chiedeva l’apostolo Giacomo. Se lo sono chiesti, quasi trent’anni fa, esattamente il 6 gennaio 1986, il parroco di San Mauro Don Giuseppe Ubicini, che benedisse la prima cena della “mensa del fratello”, e 7 volontari che quel giorno prestarono servizio.
Non è necessario tessere le lodi e manifestare l’ammirazione di queste persone, perché la vera carità si vive nel silenzio e non chiede nulla in cambio. « Quando Don Giuseppe Ubicini, durante una riunione, ci parlò del suo desiderio di dare vita alla mensa del fratello per venire incontro ai tanti bisogni delle persone in difficoltà e procurare loro un luogo in cui ripararsi e fruire di un pasto caldo, mi tornarono alla mente le parole di Don Enzo che, negli incontri di preghiera, non si stancava di ripeterci che l’indifferenza è il male più grande e genera altri mali… ».
Non a caso, nel raggio di cento metri vivono la mensa del Fratello e la Casa del Giovane, opere della carità che hanno unito una parrocchia allora divisa in due tronconi diversi per cultura e per estrazione sociale. Pur operando in contesti e con dinamiche proprie, sono accomunate dalla forte esperienza di amore per gli ultimi, ed il riferimento all’esempio di santità di Don Enzo e Don Giuseppe ne è e sarà sempre l’elemento ispiratore.
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Una parrocchia di solito mette l’aula per la celebrazione della Messa a disposizione dei cristiani che la frequentano; in alcuni casi, quando vi è lo spazio e la tradizione ha aperto la strada, ecco che una parrocchia offre pure il luogo dell’educazione dei ragazzi: è l’oratorio.
Invece non è di tutte le comunità cristiane la capacità e la possibilità di offrire ai fedeli una iniziativa di carità di cui la comunità parrocchiale è chiamata a prendersi la responsabilità.
Va letta in questa luce la novità di scelta che è stata fatta da don Ubicini. Certamente egli inizia un’opera e sa che chiama i suoi parrocchiani ad attuare un servizio di mensa basato su gesti servili, per i quali oggi in genere si paga, almeno in una parte del mondo.
Come si impara ad accogliere, accudire e dare da mangiare agli altri? Lo si fa con scelte che hanno una doppia dimensione non da tutti e con facilità apprezzata: tolgo tempo a me stesso, e dedico spazio ed energie mettendole a disposizione di altri.
Tuttavia occorre comprendere bene: il servire è una scelta irrinunciabile per dire la condizione umana, e infatti sappiamo bene che dipendiamo gli uni dagli altri. Poi consideriamo che nell’offrire cura ci si mette in relazione all’altro. E si tratta di un rapporto esigente. Infatti non conta solo il nutrimento che in una mensa si può offrire, o un vestito con cui proteggo il corpo dell’altro. Sappiamo che lo sguardo e l’umanità del gesto che accompagna il dono mettono in luce che il servire avviene liberamente, e il prendersi cura esprime un aspetto essenziale della vita umana.
Dobbiamo imparare a leggere l’atto del prendersi cura dell’altro, specie se gratuito, come qualcosa che apre uno squarcio di verità e di luce sull’ordine che regge l’universo. Sia che si tratti del normale e privato prendersi cura da parte di una madre o di un padre, sia che si tratti del pubblico accorrere al grido d’aiuto, il farsi liberamente servi dell’altro –che è per definizione bisognoso- attesta che la cura sta all’origine dell’esistenza e ne sorregge il senso.
Per questa ragione vi è un dare e un ricevere tra l’Eucaristia che celebriamo nelle nostre chiese e l’opera di servire, nella mensa come nella cura dei poveri. Noi si riceve l’Eucaristia come il segno del legame più radicale e decisivo con Colui che non solo ha creato la vita, ma è venuto in mezzo a noi per servire la vita. Chi partecipa alla messa, chi riceve l’Eucaristia, dopo aver ascoltato la Parola che narra l’esistenza di Gesù, partecipa e testimonia questo ordine di dedizione su cui sta l’universo. Egli ne riceve forza, ma avendo servito, vive con maggiore autenticità il gesto di partecipare alla messa.
Grazie all’intuizione di don Ubicini, continuata con generosità da don Torchio e don Tassone con l’aiuto indispensabile di tanti laici generosi, nella Parrocchia di San Mauro si offre ogni giorno l’occasione perché il cuore di Cristo che ama si manifesti nei gesti, nelle parole, nelle iniziative di cristiani e non cristiani che vogliono servire il prossimo.
✝ Giovanni Giudici, Vescovo di Pavia
Pavia, 12 febbraio 2012
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Periodico dell’Associazione “Amici Oratorio San Mauro” Onlus
Proprietario ed Editore: Associazione “Amici Oratorio San Mauro” Onlus
Direttore Responsabile: don Franco Tassone
Si sono da poco svolti i festeggiamenti per i quindici anni dalla posa della prima pietra e i dieci anni dalla sua consacrazione e la Cappella del Sacro cuore è già entrata nel cuore dei pavesi. La sua moderna struttura, adeguata a livello impiantistico per la stagione estiva, con ampi spazi per incontri e attività, ha consentito di trovare una decorosa sistemazione per il Gruppo scout dell’Agesci, per “l’Armadio del Fratello”, per le attività dedicate alla terza età. Alcuni spazi sono stati aperti alle famiglie con bambini che usufruiscono degli adiacenti spazi verdi attrezzati comunali.
Negli ultimi anni si è cercato di immaginare un progetto organico che potesse coniugare gli obiettivi pastorali con le esigenze dei vari gruppi che fruiscono gli ambienti. Vi era anche, e permane, l’esigenza primaria di mettere in sicurezza e a norma alcune strutture. La realizzazione della Cappella è stata la prima pietra su cui imperniare la funzione educativa e formativa dell’oratorio. Sono seguiti poi i lavori sulle strutture sportive con la costruzione delle piscine per favorire, come avvenuto, una sinergie tra parrocchie durante i Grest, la sistemazione del pallone e degli spogliatoi con il recupero di spazi e aule per le attività ordinarie oratoriane (trasferimenti sede us sanmaurense, sala giochi, sala computer e televisione, bar, aule catechisti, etc.) Si è voluto, e si andrà ancora in questa direzione, di delimitare meglio l’oratorio dalla Mensa del fratello per esigenze di sicurezza e ed educative. Rimangono ancora da attuare alcuni interventi su strutture (palestra) oggi non più a norma e vetuste rispetto alle odierne esigenze.
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La nostra Parrocchia ha da sempre ritenuto che l’emergenza educativa dei nostri giovani fosse la vera priorità da affrontare a livello di contenuti da proporre e iniziative da attivare. In secondo luogo l’importanza della Famiglia per la costruzione della comunità cristiana.
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Il PostCresima è un percorso educativo dedicato ai ragazzi di 2ª e 3ª media.
La formula che adottiamo da 5 anni è cena insieme, un incontro formativo, giochi proposti dall’equipe o liberi. Ci troviamo ogni 15 gg il venerdì o il sabato.
Lo scopo è offrire uno spazio e un tempo alla crescita personale dove il Gruppo è il contenitore dei valori condivisi relativi all’amicizia, tema dove ognuno può esprimere le proprie caratteristiche preziose: le risorse, i limiti, le abilità personali e relazionali.
Queste caratteristiche vengono riconosciute e sottolineate nel momento della formazione con lavori di gruppo e giochi orientati a conoscersi meglio.
La proposta religiosa è presente nello stile dello stare insieme: c’è molta accoglienza, fiducia reciproca tra adulti e ragazzi, gioia nella condivisione. Importanti sono i momenti con un messaggio specifico relativo alla riflessione religiosa come il ritiro di Avvento e di Pasqua insieme alle altre parrocchie e la via Crucis.
Data la buona riuscita di questi incontri, pensiamo di renderle più frequenti, accordandoci con gli educatori delle parrocchie di Pavia Ovest: Santa Maria di Caravaggio, San Lanfranco, Torre d’Isola.
Il PostCresima è un’esperienza che la nostra Parrocchia sostiene, in accordo con le indicazioni Diocesane di Pastorale giovanile; ci impegniamo ad approfondire e migliorare il metodo, in modo che i ragazzi trovino un ambiente di valori in cui crescere bene.
L’equipe è formata da giovani e meno giovani per dare un’idea di relazione e accordo tra generazioni che è esempio di disponibilità e apertura.
Quest’anno fanno parte dell’equipe:
— Chiara STELLA Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.
— Paolo TRONCONI Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.
— Francesca BRASCHI Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.
— Marco TRONCONI Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.
— Filippo GATTI Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.
— Chiara PASSERINI Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.
— Luisa FOGAZZI Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.
— Don Emanuele Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.
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Gruppi di adolescenti della scuola superiore che si ritrovano ogni 15 giorni
Quest’anno fanno parte dell’equipe:
— Edoardo GAVIANO Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.
— Alessandra CARBONI Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.
— Alberto GATTI Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.
— Veronica GARDA Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.
— Stefano CAPRIOLI Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.
— Don Emanuele Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.
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Proseguono anche gli incontri per il gruppo giovani alla domenica sera. Attualmente la proposta prevede l’animazione della S. Messa delle ore 19, la cena insieme in oratorio alle 20 e a seguire l’incontro alle 21 circa.
Ricca e varia la partecipazione agli incontri, che manifesta la grande apertura, ma anche forse il non saldo consolidamento del gruppo.
Recentemente il gruppo si è arricchito anche di qualche “fuori quota” e di alcuni adolescenti più maturi, saliti in questo gruppo dal gruppo adolescenti o portati da amici o conoscenti.
Dopo il tema dell’anno scorso della testimonianza, quest’anno è stato affrontato il tema dell’amore, è stata proposta una parentesi biblica sul Vangelo di Matteo nel tempo di Avvento, e ora gli incontri sono ripresi sul tema del servizio e della missione.
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Un gruppo di giovani che ogni Domenica dopo la Messa delle 19 si trovano in Oratorio per leggere e meditare insieme le Sacre Scritture e i testi dei Padri della Chiesa con l’aiuto di Don Franco. Quest’anno il Circolo ha scelto di riflettere sulle “Confessioni” di Sant’Agostino, un testo quanto mai attuale e significativo.
È per te, è per i tuoi cari, per i tuoi amici e per il tuo prossimo, condividere i pensieri aiuta a far circolare l’amore, perchè è il momento di uscire dall’isolamento che la società ti impone e conoscere persone che hanno un interesse in comune e crescere insieme.
» Vedi anche: “Circolo delle Confessioni” (Notizie, 14 Ottobre 2014)
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Il Gruppo scout dell’Agesci da anni presente nella nostra comunità, pur con le sue peculiarità ed esigenze, sarà sempre più chiamato a partecipare attivamente alla vita della Parrocchia.
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L’attività sportiva all’oratorio del SS. Salvatore ha sempre avuto un ruolo importante per aiutare a far crescere i giovani e i giovanissimi. Nel 1979, grazie all’iniziativa di alcuni ragazzi veniva fondata, in accordo con la parrocchia, l’U.S. Sanmaurense con l’intento di far praticare lo sport a tutti i ragazzi che frequentavano l’oratorio. Inizialmente le discipline erano calcio e pallacanestro si è poi aggiunto il volley. Quest’ultima disciplina ha avuto negli ultimi anni un ampio sviluppo sia da un punto di vista quantitativo che qualitativo.
Dall’area della pallacanestro di San Mauro sono partiti diversi giocatori e allenatori che sono arrivati nelle massime serie professionistiche e sono tutt’ora in attività. Nel corso degli anni, grazie anche al continuo impegno della parrocchia per ammodernare le strutture - una struttura polifunzionale, una palestra, un campo da calcio, due piscine, spogliatoi che la Sanmaurense contribuisce a gestire anche dal punto di vista economico - si è sempre riusciti a non venire meno all’obiettivo primo della società: quello di utilizzare l’attività sportiva come progetto educativo e di vita per tutti gli atleti a partire dai bambini sino ad arrivare agli adulti compresi allenatori e dirigenti. Quest’anno la Sanmaurense ha avuto anche l’orgoglio di poter disputare il campionato di serie D di pallacanestro conquistato con la squadra formata da gran parte dei ragazzi che sempre hanno giocato nella Sanmaurense.
Oggi nell’ambito delle varie sezioni sono presenti squadre giovanili di pallacanestro e volley di tutti i livelli che partecipano ai relativi campionati.
Grande importanza ha dal 2010 anche una squadra di calcio “primi calci” che vuole essere l’apripista per nuove opportunità in tale disciplina.
» Vedi anche: “U.S.D. Sanmaurense 2015-2016” (Notizie, 8 marzo 2016)
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ORATORIO è… stare insieme!
( clic per ingrandire )
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La Basilica del Santissimo Salvatore, comunemente chiamata ‘di San Mauro’, è uno dei monumenti più belli della città non solo per l’architettura, che segna il passaggio dal Gotico al Rinascimento, ma anche per la ricca decorazione che la riveste internamente e attira l’attenzione, rallegrando gli occhi e il cuore di chi entra in questo tempio. Le numerose opere d’arte sono segni che manifestano la fede della lunga schiera di persone che attraverso i secoli, alla scuola di San Benedetto, hanno incontrato Dio nell’ascolto della Parola, nei sacramenti, nella preghiera liturgica e personale.
La chiesa venne fondata dal re longobardo Ariperto verso la metà del sec. VIII. L’imperatrice Adelaide, verso il 962, vi fondava una comunità benedettina cluniacense, cui subentravano nel 1449 i benedettini dell’obbedienza di Santa Giustina di Padova, i quali riedificavano la chiesa nelle forme attuali. Il monastero fu soppresso da Giuseppe II nel 1786, e trasformato insieme alla chiesa in caserma e deposito militare. Fu recuperata dal cardinale Agostino Riboldi e riaperta al culto il 21 maggio 1901. Fu eretta in parrocchia nel 1929.
Da "Le chiese di Pavia", a cura di Luisa Erba
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Centralino della parrocchia del Santissimo Salvatore 0382 193371 + numero dell'interno
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